Adelchi d’Ippolito, magistrato e presidente della Commissione di riforma sulla colpa medica, ha recentemente sottolineato: “Le denunce, anche se non portano a una condanna, incidono profondamente sul medico, inducendolo a praticare una medicina difensiva e aumentando i costi per il sistema sanitario.”
La Commissione di riforma della legge sulla colpa medica è prossima al completamento dei lavori per l’introduzione della lite temeraria in ambito civile. Questa misura mira a limitare le denunce infondate che attualmente si concludono con l’assoluzione degli imputati nel 90% dei casi. Durante un evento organizzato da Valore, parte del Forum Valore Club, si è discusso del passaggio da un approccio reattivo, basato sulla difesa legale, a uno proattivo, incentrato sulla prevenzione e la promozione della salute. La Commissione, istituita dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e presieduta da Adelchi d’Ippolito, si avvicina al traguardo. Tra le proposte per emendare la legge 24 del 2017 (nota come Legge Gelli-Bianco) e ridurre il numero di cause legali, figura l’introduzione della lite temeraria, che dovrebbe frenare il fenomeno delle denunce spesso seguite da transazioni economiche.
“Secondo dati ufficiali, su 100 denunce penali contro medici per responsabilità professionale, meno del 5% si conclude con una condanna”, ha dichiarato Adelchi d’Ippolito in un convegno al Senato. “Tuttavia, le restanti 95 assoluzioni non sono senza conseguenze; lasciano un segno nel medico, inducendolo a una pratica medica difensiva e incrementando i costi per la sanità pubblica”. D’Ippolito ha poi aggiunto: “Non è possibile optare per la depenalizzazione totale, ma è essenziale trovare un equilibrio che mantenga la tutela del cittadino davanti al giudice, introducendo misure per ridurre le denunce ingiustificate contro i medici.”
La Commissione sta anche esaminando le consulenze tecniche per evitare nomine ripetute degli stessi esperti, che potrebbero compromettere l’imparzialità del giudizio. Un altro obiettivo è quello di riformare l’onere della prova nelle cause civili, assegnandolo al ricorrente. Queste riforme cercano di ristabilire un equilibrio che possa ridurre i 10 miliardi di euro di spesa sanitaria deviati da trattamenti essenziali.
Francesco de Micco, clinical risk manager della Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico, ha commentato: “La responsabilità medica è un sistema complesso, influenzato da fattori normativi, socio-culturali e tecnologici. È fondamentale promuovere un’umanizzazione delle cure per rafforzare l’alleanza terapeutica basata sulla fiducia reciproca tra medico e paziente.”
La gestione del rischio clinico e la responsabilità medica sono temi di crescente importanza nel panorama sanitario contemporaneo. Il Professore Giuseppe Vetrugno, esperto in Medicina Legale, ha messo in luce l’importanza di un cambiamento radicale negli approcci alla gestione degli errori medici. La sua visione è supportata da Giuseppe Sabatelli, che critica la logica delle norme penali attuali, proponendo soluzioni alternative per una tutela più efficace dei pazienti e del personale sanitario.
Francesco Napolitano, avvocato specializzato in diritto assicurativo, propone un sistema bonus-malus per la gestione dei sinistri, incentivando la prevenzione e una gestione più accurata dei rischi. Questa proposta mira a una maggiore equità e sostenibilità finanziaria per il Servizio Sanitario Nazionale.
L’urgenza di una riforma del sistema sanitario è stata sottolineata da diversi esperti, tra cui Stefano Ronchi, che invita a una pratica medica proattiva e preventiva. L’obiettivo è di spostare il focus dalla difesa legale retroattiva alla promozione della salute, con un impatto diretto sulla responsabilità medica e sulla sostenibilità del sistema sanitario.
Queste riflessioni aprono la strada a un dibattito necessario e costruttivo, volto a rafforzare la fiducia nel sistema sanitario e a garantire la sicurezza dei pazienti e la serenità degli operatori sanitari.